Rispetto al precedente questo breve itinerario appare poco più impegnativo, specie nel tratto iniziale con alcune rampe "sciagurate" e tratti di fondo sconnesso che per i meno pratici sarà opportuno evitare sfruttando il collegamento viabile asfaltato e comunque non eccessivamente trafficato (qualche moto in più nel fine settimana) per Cavazzo.
Valido per provare la propria condizione di partenza e per una rapida sgambata d'ingresso in Carnia; laddove più impegnativo costituisce un buon test sulla propria tecnica.
Dal capoluogo carnico di Tolmezzo si raggiunge il bel ponte di Avons sul Tagliamento (del 1913 - veduta sul greto sassoso del fiume e sui rilievi circostanti che riusciamo ad abbracciare a tutto tondo).
Si prende a sinistra al bivio verso Cavazzo e dopo un centinaio di metri
si può imboccare l'itinerario ciclabile inizialmente ben percorribile; si costeggia il vivaio forestale, giungendo presto alla zona del poligono di tiro con il Cason dal Stambec, storico punto di ristoro culinario.
Attraversata la viabilità nazionale, una piacevole variante conduce al vecchio ponte in pietra sul rio Malazza e con un debole saliscendi
si raggiunge un tratto che entra nel bosco. Per i meno pratici di sterrato, come già detto, è consigliabile raggiungere Cavazzo lungo la viabilità asfaltata, in debole discesa a margine dell'insolita palude das Fontanas.
I meglio attrezzati saranno piuttosto in grado di affrontare il percorso sterrato che si svolge per qualche kilometro nell'assoluta solitudine del bosco (occhio alle rampe e al fondo dissestato!), molto suggestiva.
Si è infine nell'abitato di Cavazzo ove si entra dal bivio costeggiando la caratteristica roggia
e ci si può divertire a condurre la bici a spasso per le vie (rapida puntata al mulino di Gaspar nascosto fra le case! - http://www.provincia.udine.it/terradeipatriarchi/poi/Pages/p12_mulinogaspar.aspx ).
"In centro" si riprende il percorso da via della Barca, interessante presenza che ricorda lo storico accesso all'imbarcadero sul Tagliamento per Tolmezzo (in prossimità dell'argine nella parte settentrionale della piana).
Nell'ampia piana il percorso è ameno, con facile sterrato circondato da vasti prati e a tratti da frutteti (meli)
i quali, specialmente nel periodo della fioritura, danno un tocco delizioso alle nostre fatiche che si potranno concludere riprendendo l'itinerario di arrivo, oppure conducendo verso la superstrada, trafficata sì, ma che può rappresentare il collegamento tramite altri ponte sul fiume Tagliamento verso Tolmezzo (per quelli con minor resistenza) oppure piegando verso Amaro, al vicino itinerario che costeggia i piedi del monte Amariana descritto in precedente post.
Col movimento ci si avvicina rapidi ai nostri obiettivi di benessere.
Mandi
Rispettare le elementari regole di sicurezza. Percorso con dislivello e lunghezza contenuti.
PREFERIBILE L'IMPIEGO DELLA MOUNTAIN BIKE, pur se con la scelta dei tratti meno sconnessi appare fattibile anche con city bike e non si disdegni una suggestiva pedalata con bici da corsa d'epoca!!
L'itinerario "completo" è illustrato in
http://www.bikemap.net/en/route/3029981-la-conca-di-cavazzo-carnico/
CARNIA IN BICICLETTA
Alla ricerca del benessere su due ruote
15/05/15
02/05/15
UN'AVVENTUROSA PUNTATA DI STORIA AD AMARO
Dopo la "infarinatura" ginnica del post precedente (avremo aggiunto senz'altro nel frattempo qualche altro esercizio mirato - es. addominali, flessioni o altro) e compiute le prime uscite coi tepori primaverili, ritorno in approccio al progetto GIRINBICI, e propongo una rapida pedalata, di meno di 1 h, che da TOLMEZZO permette di raggiungere l'abitato di AMARO, il primo paese della Carnia (e mio natale!).
E' un itinerario d'ingresso, eventualmente utile per un pomeriggio d'arrivo in Carnia (nell'ipotesi ad es. di un week-end) per una prima rapida sgambata (fatto il check-bici?), ed è rivolto a coloro che non hanno alcuna pretesa di prestazione, pur se permette di farsi idea delle proprie sensazioni fisiche.
NECESSARIA BICI DA STERRATO.
Può risultare utile l'ampio parcheggio su via Marchi a Tolmezzo (zona rotonda per la località Betania) magari per lasciare l'auto in tranquillità (di fronte il cimitero e la chiesetta di S.Ilario)..
Si prende verso Amaro (direzione est) lungo la vecchia viabilità nazionale, stando attenti a non mancare l'ingresso a destra dell'itinerario ciclo-pedonale lungo l'ex-tracciato ferroviario: buon fondo in mattoni auto-bloccanti purtroppo talora leggermente sconnesso.
L'inizio, pianeggiante, è utile a "scaldare le leve" e permette di farci concentrare sul respiro e sulla rotondità della pedalata.
Raggiunta di nuovo la viabilità asfaltata ci vediamo costretti a seguirla svoltando un poco a destra. Si tratta del resto di strada con traffico alquanto limitato, dunque non fastidioso, anzi apprezziamo l'ondulazione che fa salire i BPM e, attraversato il rio Confine tra i rispettivi territori comunali, il pittoresco tracciato al Clap Tajat (Sasso Tagliato), in piacevole discesa.
L'arteria stradale è carica di storia, originario collegamento stradale tra gli abitati prima della costruzione negli anni '80 della nuova superstrada veloce. Ce ne accorgiamo dalla bellezza delle opere murarie o quelle al passaggio a livello dismesso, vestigia di tempi passati..
Proseguiamo di più buona lena ed in un poco più di una decina di minuti siamo prossimi al bivio con la superstrada. Imbocchiamo piuttosto a sinistra una bianca sterrata che costeggia il rio Maggiore.
L'ascesa ed il fondo sassoso, ben più insidioso, ci costringono a scegliere un rapporto agile e a concentrarci sul giusto equilibrio; per alcuni minuti ci dobbiamo impegnare per bene.
Ci si dirige a destra e si supera il rio mediante l'opera di attraversamento (guado a cordamolla per lo più privo d'acqua durante l'anno).
Saltiamo il "dentino" e a sinistra s'imbocca una breve carrozzabile con scorci d'allevamento d'altri tempi.
Un'erta a sinistra ci porta al GPM (serbatoio idrico a fianco della lunga scalata per Lisagno - che non si affronta!) da cui si scende verso destra non prima di aver dato uno sguardo alla bella vista sulla confluenza dei fiumi Fella e Tagliamento; chi si sente a corto di fiato può evitare l'erta e proseguire in direzione della chiesa di cui si scorge il campanile.
Raggiungiamo Piazza Centa con una secca svolta a destra e proviamo a perderci nel caratteristico tessuto di cortili e stradine di Amaro - che inevitabilmente vorranno farci scendere verso valle.
Non dovremo comunque mancare la fontana e il passaggio (letteralmente!)in mezzo alle superstiti case antiche, attraverso l' androne con cui ci si affaccia in via Roma..
E' questa via l'arteria stradale storica del paese (già via Nazionale), intrisa d'intensi ricordi ..
Prendiamo direzione del ritorno a ovest, verso Tolmezzo, badando però, alla rotonda in uscita al paese, di evitare il tracciato stradale principale e di prendere piuttosto la seconda uscita, verso il campo sportivo, con corsia dedicata alle bici.
Si viaggia verso la nuova Zona Industriale, ancora "a misura d'uomo": è qui che si fronteggiano la tradizione (gli asini di Amaro - gli asini ) e il progresso (il complesso dei capannoni produttivi); così si raggiunge l'ampia rotonda stradale che si percorre in parte per raggiungere i "colossi" Gortani e CoopCa
L'itinerario urbanizzato presto si confonde con l'essenza naturale originaria, tanto che basta un destra-sinistra e dopo il sottopasso su cui si affaccia il distributore di benzina abbiamo già imboccato una sterrata che corre ai piedi del rilevato (super)stradale .. il fondo è terroso, anzi spesso c'è fango, e dobbiamo fare molta attenzione a non scivolare perchè dopo la seguente curva a destra si dovrà affrontare una breve rampa ghiaiosa.
Essa ci accompagna ad un ex-attraversamento ferroviario e al ricongiungimento alla strada ex-nazionale che abbiamo già percorso e che sfruttiamo per rientrare (stavolta per lo più in debole ascesa - ultime fatiche).
Si recupera nel tratto ciclo-pedonale (ora nel finale) ed è già tempo di tirare onestamente le somme: sono pronto (fisicamente e non) per iniziare ad affrontare le vertiginose emozioni che saprà offrirmi la Carnia ??
.. a voi l'ardua sentenza!
A me l'arduo compito di descrivere la prossima tappa di avvicinamento al Progetto.
Certamente che la fatica e l'approccio alla natura hanno già plasmato il primo tassello verso i nostri obiettivi di benessere.
Bene così!
Mandi
Rispettare le elementari regole di sicurezza. Percorso con dislivello e lunghezza contenuti.
La variante al più agevolmente riconoscibile itinerario stradale è descritta in
bikenet
E' un itinerario d'ingresso, eventualmente utile per un pomeriggio d'arrivo in Carnia (nell'ipotesi ad es. di un week-end) per una prima rapida sgambata (fatto il check-bici?), ed è rivolto a coloro che non hanno alcuna pretesa di prestazione, pur se permette di farsi idea delle proprie sensazioni fisiche.
NECESSARIA BICI DA STERRATO.
Può risultare utile l'ampio parcheggio su via Marchi a Tolmezzo (zona rotonda per la località Betania) magari per lasciare l'auto in tranquillità (di fronte il cimitero e la chiesetta di S.Ilario)..
Si prende verso Amaro (direzione est) lungo la vecchia viabilità nazionale, stando attenti a non mancare l'ingresso a destra dell'itinerario ciclo-pedonale lungo l'ex-tracciato ferroviario: buon fondo in mattoni auto-bloccanti purtroppo talora leggermente sconnesso.
L'inizio, pianeggiante, è utile a "scaldare le leve" e permette di farci concentrare sul respiro e sulla rotondità della pedalata.
Raggiunta di nuovo la viabilità asfaltata ci vediamo costretti a seguirla svoltando un poco a destra. Si tratta del resto di strada con traffico alquanto limitato, dunque non fastidioso, anzi apprezziamo l'ondulazione che fa salire i BPM e, attraversato il rio Confine tra i rispettivi territori comunali, il pittoresco tracciato al Clap Tajat (Sasso Tagliato), in piacevole discesa.
L'arteria stradale è carica di storia, originario collegamento stradale tra gli abitati prima della costruzione negli anni '80 della nuova superstrada veloce. Ce ne accorgiamo dalla bellezza delle opere murarie o quelle al passaggio a livello dismesso, vestigia di tempi passati..
Proseguiamo di più buona lena ed in un poco più di una decina di minuti siamo prossimi al bivio con la superstrada. Imbocchiamo piuttosto a sinistra una bianca sterrata che costeggia il rio Maggiore.
L'ascesa ed il fondo sassoso, ben più insidioso, ci costringono a scegliere un rapporto agile e a concentrarci sul giusto equilibrio; per alcuni minuti ci dobbiamo impegnare per bene.
Ci si dirige a destra e si supera il rio mediante l'opera di attraversamento (guado a cordamolla per lo più privo d'acqua durante l'anno).
Saltiamo il "dentino" e a sinistra s'imbocca una breve carrozzabile con scorci d'allevamento d'altri tempi.
Un'erta a sinistra ci porta al GPM (serbatoio idrico a fianco della lunga scalata per Lisagno - che non si affronta!) da cui si scende verso destra non prima di aver dato uno sguardo alla bella vista sulla confluenza dei fiumi Fella e Tagliamento; chi si sente a corto di fiato può evitare l'erta e proseguire in direzione della chiesa di cui si scorge il campanile.
Raggiungiamo Piazza Centa con una secca svolta a destra e proviamo a perderci nel caratteristico tessuto di cortili e stradine di Amaro - che inevitabilmente vorranno farci scendere verso valle.
Non dovremo comunque mancare la fontana e il passaggio (letteralmente!)in mezzo alle superstiti case antiche, attraverso l' androne con cui ci si affaccia in via Roma..
E' questa via l'arteria stradale storica del paese (già via Nazionale), intrisa d'intensi ricordi ..
Prendiamo direzione del ritorno a ovest, verso Tolmezzo, badando però, alla rotonda in uscita al paese, di evitare il tracciato stradale principale e di prendere piuttosto la seconda uscita, verso il campo sportivo, con corsia dedicata alle bici.
Si viaggia verso la nuova Zona Industriale, ancora "a misura d'uomo": è qui che si fronteggiano la tradizione (gli asini di Amaro - gli asini ) e il progresso (il complesso dei capannoni produttivi); così si raggiunge l'ampia rotonda stradale che si percorre in parte per raggiungere i "colossi" Gortani e CoopCa
L'itinerario urbanizzato presto si confonde con l'essenza naturale originaria, tanto che basta un destra-sinistra e dopo il sottopasso su cui si affaccia il distributore di benzina abbiamo già imboccato una sterrata che corre ai piedi del rilevato (super)stradale .. il fondo è terroso, anzi spesso c'è fango, e dobbiamo fare molta attenzione a non scivolare perchè dopo la seguente curva a destra si dovrà affrontare una breve rampa ghiaiosa.
Essa ci accompagna ad un ex-attraversamento ferroviario e al ricongiungimento alla strada ex-nazionale che abbiamo già percorso e che sfruttiamo per rientrare (stavolta per lo più in debole ascesa - ultime fatiche).
Si recupera nel tratto ciclo-pedonale (ora nel finale) ed è già tempo di tirare onestamente le somme: sono pronto (fisicamente e non) per iniziare ad affrontare le vertiginose emozioni che saprà offrirmi la Carnia ??
.. a voi l'ardua sentenza!
A me l'arduo compito di descrivere la prossima tappa di avvicinamento al Progetto.
Certamente che la fatica e l'approccio alla natura hanno già plasmato il primo tassello verso i nostri obiettivi di benessere.
Bene così!
Mandi
Rispettare le elementari regole di sicurezza. Percorso con dislivello e lunghezza contenuti.
La variante al più agevolmente riconoscibile itinerario stradale è descritta in
bikenet
01/03/15
FUORI DAL LETARGO!
Fuori dall'inverno!?
E' il momento di RI-prendere forma per poter svolgere le attività che ci aspettano.
Proviamo a RI-partire in modo estremamente dolce: qualche uscita in bici per RI-mettere in moto il fisico (dovremo raggiungere le 3 uscite settimanali) e qualche esercizio ginnico che a giorni alterni risulteranno senz'altro utili.
Non ho qualifica di preparatore ma per ora trovo adatti i seguenti esercizi per migliorare forza e controllo dei muscoli posturali importanti per il ciclismo come addominali, lombari e glutei.
Aumentando il controllo di questi muscoli si cerca di prevenire infortuni, migliorare la pedalata ma soprattutto migliorare il piacere di andare in bici.
Tenute frontali
Gomiti leggermente più avanti delle spalle. Sedere in linea con schiena e gambe, corpo parallelo al pavimento. Tenere la posizione per 5 secondi appoggiare le ginocchia a terra senza inarcare la schiena e ritornare subito nella posizione precedente.
posizione fondamentale di tenuta sui gomiti da tenere 5 secondi
posizione di recupero da tenere per mezzo secondo
Lombari a ponte
Collo e le spalle rilassati ed attaccati al pavimento. Palmi delle mani rivolti verso il pavimento.
Sollevare il sedere al massimo, tenere la posizione per 5 secondi, appoggiare il sedere a terra e ripetere di nuovo.
posizione di partenza e di riposo da tenere mezzo secondo
posizione da tenere per 5 secondi
Per ogni esercizio partiamo con 2 serie di 10 ripetizioni; recupero tra un serie e l’altra di 1 minuto.
Prossime settimane incrementiamo di 1-2 serie.
Si richiede buona volontà, e costanza.
Spesa minima qualora serva un semplice materassino fitness (qualche euro).
08/11/14
GIRARIFUGI: Proposta per l'anno prossimo
A caccia di Rifugi e Malghe raggiungibili con viabilità adatte alla BICI.
Una proposta che sin d'ora mi sento di lanciare a quanti interessati..
Si tratta di valutare l'ipotesi di una serie di itinerari da affrontare in bici nell'arco delle prossime stagioni primavera-estate-autunno 2015.
Sarà possibile per comitive di ciclisti raggiungere differenti Rifugi o Malghe, sfruttando l'esistente viabilità sterrata o asfaltata (quasi sempre in salita!!). Concettualmente un turismo eco-sostenibile, Carnia-frendly, aperto a tutti coloro che se la sentono di affrontare un sabato o una domenica in compagnia di altri bikers facendo la giusta fatica e godendosi i sani ristori in quota.
Sto pensando a mete da MTB (Giaf, Chiampizzulon, Marinelli ..) ma anche BDC (Tolazzi, Pura, Casera Razzo)..
Da non sottovalutare che in questo modo c'è anche la possibilità di partecipare in modo alternativo, al GiraRifugi dell'AssoRifugi FVG se verrà riproposto l'anno prossimo: quest'anno compilando il tagliando con riferite visite a rifugi o malghe convenzionate c'era la possibilità di ricevere 700 g di gustoso formaggio di malga o una borraccia tecnica...
La mia l'ho conquistata anche con qualche sana pedalata!!
La proposta ha già ottenuto un preliminare assenso da parte di AssoRifugi
Una proposta che sin d'ora mi sento di lanciare a quanti interessati..
Si tratta di valutare l'ipotesi di una serie di itinerari da affrontare in bici nell'arco delle prossime stagioni primavera-estate-autunno 2015.
Sarà possibile per comitive di ciclisti raggiungere differenti Rifugi o Malghe, sfruttando l'esistente viabilità sterrata o asfaltata (quasi sempre in salita!!). Concettualmente un turismo eco-sostenibile, Carnia-frendly, aperto a tutti coloro che se la sentono di affrontare un sabato o una domenica in compagnia di altri bikers facendo la giusta fatica e godendosi i sani ristori in quota.
Sto pensando a mete da MTB (Giaf, Chiampizzulon, Marinelli ..) ma anche BDC (Tolazzi, Pura, Casera Razzo)..
Da non sottovalutare che in questo modo c'è anche la possibilità di partecipare in modo alternativo, al GiraRifugi dell'AssoRifugi FVG se verrà riproposto l'anno prossimo: quest'anno compilando il tagliando con riferite visite a rifugi o malghe convenzionate c'era la possibilità di ricevere 700 g di gustoso formaggio di malga o una borraccia tecnica...
La mia l'ho conquistata anche con qualche sana pedalata!!
La proposta ha già ottenuto un preliminare assenso da parte di AssoRifugi
30/09/14
RIFUGIO CHIAMPIZZULON - lo raggiungeremo in MTB
Con l’auto si sale sul versante meridionale da
Rigolato a “Piani di Vas”, passando per l’abitato di Ludaria; la strada è
asfaltata, un poco tortuosa e a tratti stretta (meno di 10 minuti).
Raggiunto il parcheggio a q. 1250 ca. è il
momento di attrezzare la bici, prepararsi e mettere in moto le gambe - da qui
al rifugio sarà pressoché tutta ascesa (quasi 400 m di dislivello).
Con un tratto asfaltato si costeggia in salita la
baita “Al Forcello”, entrando in un bella schiarita prativa
.. l’erta diventa presto “corazzata” in cemento pur se dalla svolta a sinistra s'imbocca un bel percorso sterrato che punta ad oriente (segnavia CAI 228 a).
.. l’erta diventa presto “corazzata” in cemento pur se dalla svolta a sinistra s'imbocca un bel percorso sterrato che punta ad oriente (segnavia CAI 228 a).
In loco la
sorgente della ben nota “Ago frescjo di Ludario”.
Proseguendo lungo la bella sterrata ci si inoltra nel bosco (particolarmente suggestivo nella stagione autunnale) con qualche tornante e brevi tratti a pendenza accentuata; il fondo è sempre ben pedalabile, talora potrà essere più incerto se ha piovuto da poco (presenza di argilla rossastra).
Di nuova realizzazione è il tratto di viabilità forestale che si prende a destra e che sale verso ovest.
nuovo bivio |
Il tratto finale riserva un breve strappo in più ripida ascesa ma il rifugio è alle viste .. prepariamoci a godere della squisita ospitalità dei gestori
http://www.rifugiochiampizzulon.it/index.php/it/
e del meritato riposo di fronte ad un paesaggio montano fenomenale - (poi sarà divertente discesa lungo lo stesso percorso! oppure una sosta più lunga e pernottare .. chissà??)
Si tratta comunque di un itinerario stupendo, alle alte quote, indicato
a bikers già preparati vista la costante ascesa che a tratti ci mette alla prova, ma mai troppo tecnico ..
Quando saranno conclusi i lavori di realizzazione della nuova viabilità forestale di collegamento al rifugio Chiampizzulon si aggiungerà questa perla alle mete raggiungibili con la MTB e ve la suggerisco vivamente; inoltre si apre un ampio ventaglio di nuovi itinerari sui quali si potrà fare dei ragionamenti (lunghe traversate fino alla Val Pesarina – verso la carrozzabile del rifugio Talm o l’itinerario forestale di Casera Ruin - oppure verso Tuglia in singletrack, fino alla viabilità montana che scende a Forni Avoltri o a Cima Sappada ... vedremo).
BUON DIVERTIMENTO !!
19/09/14
CONCLUDO DESCRIZIONE ITINERARIO "VILLA SANTINA - OVARO"
Il percorso parte dalla periferia del Capoluogo
comunale di Villa Santina, in località “Pineta” dall’area attrezzata a
Parcheggio del Campo Sportivo.
Si segue verso ovest l’asfalto per un breve
tratto (80 m) fino al sottopasso del rilevato della Strada Statale n° 52
«Carnica», laddove s’imbocca una strada interpoderale.
La strada sterrata è poco ondulata e ancora
circondata da prevalenti conifere; dopo 300 m si svolta a sinistra verso l’attraversamento
del rio Moia, quasi sempre asciutto: l’attraversamento è stato sistemato e reso
fruibile al transito delle biciclette mediante guado (attenzione!). Ancora
verso N si segue la strada vicinale che costeggia l’argine sul torrente Degano
(300 m) e si svolta a destra prima di una breve rampa sterrata che immette
nella Strada Provinciale n° 35 «di Esemon» (proseguendo si può affrontare l'itinerario CUEL BUDIN - RAVEO).
Un breve tratto asfaltato subpianeggiante
parallelo al piede del rilevato della viabilità provinciale porta ad un
sottopasso dal quale si accede ad una stradina interpoderale ghiaiosa che
raggiunge la Strada Statale n° 355 «della Val Degano»; prima del bivio si
svolta a sinistra, ove il percorso si fa notare per l’asfalto e la staccionata
in legno.
La pista ciclabile sale sulla ex-sede ferroviaria
che corre “a mezzacosta” con a monte l’alto muro stradale che la sovrasta; verso
valle è una pendente scarpata da cui si può contemplare la valle del Degano. Il
tracciato raggiunge una galleria paramassi, realizzata a protezione della
carreggiata stradale, e prosegue complanare. In breve poi la
pista si riallaccia ca. 20 m più in basso alla sede ferroviaria dismessa, da
qui sterrata.
Il tracciato prosegue sulla ex-linea ferroviaria
“Villa Santina - Comeglians”, in un bel settore boschivo poco elevato
sull’alveo del torrente Degano, con murature e opere di sostegno in conci di
pietra; alcuni piccoli ponti attraversano i rii Beveradors, Rial, Lucions ed il
rio di San Michele.
Poco oltre il percorso raggiunge un costone
roccioso strapiombante sul torrente (sono presenti gallerie militari
abbandonate); l’originaria galleria,
impraticabile, è stata by-passata con un nuovo percorso di quasi 100 metri “a
sbalzo” sul Degano, sotto il livello della viabilità nazionale.
Altri muri in blocchi di pietra squadrata e brevi
ponti ci accompagnano fino all’attraversamento (molta attenzione!) sulla Strada
Statale n° 355 «della Val Degano» in località Chiassis di Sotto, in
corrispondenza della Osteria con cucina “Alpi Gortane”.
17/09/14
CARNIA BIKE ORGANIZZA PEDALATA CICLOESCURSIONISTICA
La pedalata ciclo-escursionistica non competitiva del 20 settembre potrà essere occasione per scoprire parte di un itinerario ancora poco frequentato e che si svolge con scorci caratteristici della valle del torrente Degano.
L’itinerario è parte terminale del percorso “VILLA SANTINA – OVARO” (funge da collegamento all’itinerario “TOLMEZZO - VILLA SANTINA”), con cui si è cercato di sfruttare per quanto possibile il tracciato della ex-linea ferroviaria Villa Santina - Comeglians.
La “Ferrovia Val Degano” univa l’abitato di Villa Santina a Comeglians, dopo aver attraversato la cittadina di Ovaro e fu progettata e costruita dal Genio Ferrovieri nell’inverno 1915-1916 per fini militari. Sulla tranvia i convogli viaggiavano a velocità ridotta (25 km/h), attraversando frequentemente le strade carrozzabili e avevano fermate poste a breve distanza l’una dall’altra. Riaperta alla fine degli episodi bellici nel febbraio 1920 con tre corse miste giornaliere per passeggeri e merci (1 ora e 7 minuti) cessò la sua attività nel 1935. L’armamento ferroviario era di tipo leggero, costituito da rotaie in acciaio di 20 kg/m. Le traversine erano in legno di rovere, poste con un modulo 6/8 su strato di pietrisco. Su di esse venivano fissate le rotaie con piastra in acciaio e chiavarde. Il binario era unico e a scartamento ridotto di 750 mm, ad aderenza naturale. Sulla linea vennero impiegate motrici del tipo leggero (6,9 – 12 ton), vagoncini passeggeri con tara da 6,8 – 13,75 ton, carri merci ordinari e “bilici”, carri spartineve.
Per comodità di trattazione viene descritto il percorso dal bivio di Chiassis, laddove verrà effettuato un breve ristoro nel piazzale antistante all’Osteria con cucina "ALPI GORTANE".
Venendo meno la disponibilità della sede dell’ex-ferrovia (integrata nell’attuale Strada Statale n° 355) si è utilizzato il tracciato della Strada Comunale «di Chiassis» (in parte Strada Turistica «di Trava»). La strada, in debole ascesa per ca. 1 km fino alla frazione comunale di Chiassis di Sopra, attraversa dolci “schiarite” erbose o coltivate e più ripide dorsali boscate. Una breve sosta alla fontana con limpida acqua fresca e le vedute sulla bella valle del torrente Degano (è prospiciente il percorso dell’itinerario Esemon - Cuel Budin – Raveo) sapranno rimettere in forze i ciclisti. Ancora un breve tratto in salita fin oltre l’abitato e a seguire la sede stradale, poco ondulata e un po’ più stretta, è in discesa fino all’incrocio con la viabilità nazionale.
Prima del bivio si svolta a destra in un tratto di nuova realizzazione che conduce alla ex-sede ferroviaria. Il tracciato corre “a mezzacosta” su di una pendice boscata poco pendente, in cui si evidenzia l’attraversamento del rio Malon con un grande ponte ad arco in pietra. È il preludio ad una porzione in cui compaiono i materiali di risulta dell’attività estrattiva della ex-miniera di carbone della frazione di Cludinico (sede inattiva del più importante sfruttamento di carbone di tutta la Regione), messi a discarica lungo il pendio in località «Creta d’Oro».
Il carbon fossile nei pressi della frazione di Cludinico era già conosciuto ed utilizzato dai fabbri locali nelle loro forge. Per il fabbisogno di carbone delle ferrovie nacque uno stabilimento minerario nella zona «Vareton» che rimase in funzione fino al 1924. I lavori estrattivi ripresero in occasione del secondo conflitto mondiale (con l’impiego anche di diverse centinaia di minatori e produzione fino a qualche decina di migliaia di tonnellate di carbone) per cessare definitivamente alla fine degli anni ’50.
Sulla miniera ci si può documentare anche in:
http://www.geoscienze.units.it/geositi/vedigeo1.php?ID_GEO=561
e alle pagg. 92 e 93 in
http://www.corradoventurini.it/cor/wp-content/plugins/page-flip-image-gallery/popup.php?book_id=19
Il tracciato prosegue “a mezzacosta” e presto si avvicina al piede di ripide pareti rocciose, in cui un breve tratto “in trincea” conduce ad una prima galleria di 99 m, ben conservata ed illuminata con impianto solare autonomo (prestare comunque attenzione alla visibilità!!). Da qui si possono vedere i primi scorci della conca smeraldina di Ovaro con, sullo sfondo, le Dolomiti Pesarine e le più alte vette delle Alpi Carniche. Allo sbocco della galleria sul tracciato sono incombenti alte pareti rocciose (a protezione della viabilità da possibili fenomeni di scendimento massi si è intervenuti in parete con reti e barriere metalliche) fino ad una seconda galleria di 12 m. A seguire, nel bosco, le pendenze trasversali sono meno accentuate, in una regolare pendice boscata “a pecceta”, molto bella.
Attraversata la strada asfaltata per la frazione di Cludinico, il ponte sul rio Furioso conduce ad un tratto sterrato che costeggia l’orto botanico del Corpo Forestale - qui anche il bivio per "LA PECORA NERA" Agriturismo e Fattoria didattica.
Il blando pendio si conforma localmente con porzioni rocciose incombenti sul tracciato ed è caratterizzato dallo scorrimento delle acque “selvagge” di alcune scaturigini fino al ponte sul rio Mulinat, ormai su strada sterrata ben percorribile. Seguono più frequenti “schiarite” erbose, preludio alle aree falciabili o coltivate alla periferia del capoluogo comunale. Il percorso, ancora attrezzato con piazzole di sosta e con una fontana, supera poi il ponte sul rio Barbaretta e quello sul rio Canonica (a volta ad unica arcata), raggiungendo le prime case dell’abitato di Ovaro e la viabilità asfaltata con l'Arco dello Zoncolan.
BUON CICLODIVERTIMENTO A TUTTI !!!
Tutte le informazioni su:
http://www.carniabike.it/
https://www.facebook.com/events/1474565892803446/
L’itinerario è parte terminale del percorso “VILLA SANTINA – OVARO” (funge da collegamento all’itinerario “TOLMEZZO - VILLA SANTINA”), con cui si è cercato di sfruttare per quanto possibile il tracciato della ex-linea ferroviaria Villa Santina - Comeglians.
La “Ferrovia Val Degano” univa l’abitato di Villa Santina a Comeglians, dopo aver attraversato la cittadina di Ovaro e fu progettata e costruita dal Genio Ferrovieri nell’inverno 1915-1916 per fini militari. Sulla tranvia i convogli viaggiavano a velocità ridotta (25 km/h), attraversando frequentemente le strade carrozzabili e avevano fermate poste a breve distanza l’una dall’altra. Riaperta alla fine degli episodi bellici nel febbraio 1920 con tre corse miste giornaliere per passeggeri e merci (1 ora e 7 minuti) cessò la sua attività nel 1935. L’armamento ferroviario era di tipo leggero, costituito da rotaie in acciaio di 20 kg/m. Le traversine erano in legno di rovere, poste con un modulo 6/8 su strato di pietrisco. Su di esse venivano fissate le rotaie con piastra in acciaio e chiavarde. Il binario era unico e a scartamento ridotto di 750 mm, ad aderenza naturale. Sulla linea vennero impiegate motrici del tipo leggero (6,9 – 12 ton), vagoncini passeggeri con tara da 6,8 – 13,75 ton, carri merci ordinari e “bilici”, carri spartineve.
Per comodità di trattazione viene descritto il percorso dal bivio di Chiassis, laddove verrà effettuato un breve ristoro nel piazzale antistante all’Osteria con cucina "ALPI GORTANE".
Venendo meno la disponibilità della sede dell’ex-ferrovia (integrata nell’attuale Strada Statale n° 355) si è utilizzato il tracciato della Strada Comunale «di Chiassis» (in parte Strada Turistica «di Trava»). La strada, in debole ascesa per ca. 1 km fino alla frazione comunale di Chiassis di Sopra, attraversa dolci “schiarite” erbose o coltivate e più ripide dorsali boscate. Una breve sosta alla fontana con limpida acqua fresca e le vedute sulla bella valle del torrente Degano (è prospiciente il percorso dell’itinerario Esemon - Cuel Budin – Raveo) sapranno rimettere in forze i ciclisti. Ancora un breve tratto in salita fin oltre l’abitato e a seguire la sede stradale, poco ondulata e un po’ più stretta, è in discesa fino all’incrocio con la viabilità nazionale.
Prima del bivio si svolta a destra in un tratto di nuova realizzazione che conduce alla ex-sede ferroviaria. Il tracciato corre “a mezzacosta” su di una pendice boscata poco pendente, in cui si evidenzia l’attraversamento del rio Malon con un grande ponte ad arco in pietra. È il preludio ad una porzione in cui compaiono i materiali di risulta dell’attività estrattiva della ex-miniera di carbone della frazione di Cludinico (sede inattiva del più importante sfruttamento di carbone di tutta la Regione), messi a discarica lungo il pendio in località «Creta d’Oro».
Il carbon fossile nei pressi della frazione di Cludinico era già conosciuto ed utilizzato dai fabbri locali nelle loro forge. Per il fabbisogno di carbone delle ferrovie nacque uno stabilimento minerario nella zona «Vareton» che rimase in funzione fino al 1924. I lavori estrattivi ripresero in occasione del secondo conflitto mondiale (con l’impiego anche di diverse centinaia di minatori e produzione fino a qualche decina di migliaia di tonnellate di carbone) per cessare definitivamente alla fine degli anni ’50.
Sulla miniera ci si può documentare anche in:
http://www.geoscienze.units.it/geositi/vedigeo1.php?ID_GEO=561
e alle pagg. 92 e 93 in
http://www.corradoventurini.it/cor/wp-content/plugins/page-flip-image-gallery/popup.php?book_id=19
Il tracciato prosegue “a mezzacosta” e presto si avvicina al piede di ripide pareti rocciose, in cui un breve tratto “in trincea” conduce ad una prima galleria di 99 m, ben conservata ed illuminata con impianto solare autonomo (prestare comunque attenzione alla visibilità!!). Da qui si possono vedere i primi scorci della conca smeraldina di Ovaro con, sullo sfondo, le Dolomiti Pesarine e le più alte vette delle Alpi Carniche. Allo sbocco della galleria sul tracciato sono incombenti alte pareti rocciose (a protezione della viabilità da possibili fenomeni di scendimento massi si è intervenuti in parete con reti e barriere metalliche) fino ad una seconda galleria di 12 m. A seguire, nel bosco, le pendenze trasversali sono meno accentuate, in una regolare pendice boscata “a pecceta”, molto bella.
Attraversata la strada asfaltata per la frazione di Cludinico, il ponte sul rio Furioso conduce ad un tratto sterrato che costeggia l’orto botanico del Corpo Forestale - qui anche il bivio per "LA PECORA NERA" Agriturismo e Fattoria didattica.
Il blando pendio si conforma localmente con porzioni rocciose incombenti sul tracciato ed è caratterizzato dallo scorrimento delle acque “selvagge” di alcune scaturigini fino al ponte sul rio Mulinat, ormai su strada sterrata ben percorribile. Seguono più frequenti “schiarite” erbose, preludio alle aree falciabili o coltivate alla periferia del capoluogo comunale. Il percorso, ancora attrezzato con piazzole di sosta e con una fontana, supera poi il ponte sul rio Barbaretta e quello sul rio Canonica (a volta ad unica arcata), raggiungendo le prime case dell’abitato di Ovaro e la viabilità asfaltata con l'Arco dello Zoncolan.
BUON CICLODIVERTIMENTO A TUTTI !!!
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