02/05/15

UN'AVVENTUROSA PUNTATA DI STORIA AD AMARO

Dopo la "infarinatura" ginnica del post precedente (avremo aggiunto senz'altro nel frattempo qualche altro esercizio mirato - es. addominali, flessioni o altro) e compiute le prime uscite coi tepori primaverili, ritorno in approccio al progetto GIRINBICI, e propongo una rapida pedalata, di meno di 1 h, che da TOLMEZZO permette di raggiungere l'abitato di AMARO, il primo paese della Carnia (e mio natale!).
E' un itinerario d'ingresso, eventualmente utile per un pomeriggio d'arrivo in Carnia (nell'ipotesi ad es. di un week-end) per una prima rapida sgambata (fatto il check-bici?), ed è rivolto a coloro che non hanno alcuna pretesa di prestazione, pur se permette di farsi idea delle proprie sensazioni fisiche.
NECESSARIA BICI DA STERRATO.
Può risultare utile l'ampio parcheggio su via Marchi a Tolmezzo (zona rotonda per la località Betania) magari per lasciare l'auto in tranquillità (di fronte il cimitero e la chiesetta di S.Ilario)..
Si prende verso Amaro (direzione est) lungo la vecchia viabilità nazionale, stando attenti a non mancare l'ingresso a destra dell'itinerario ciclo-pedonale lungo l'ex-tracciato ferroviario: buon fondo in mattoni auto-bloccanti purtroppo talora leggermente sconnesso.


L'inizio, pianeggiante, è utile a "scaldare le leve" e permette di farci concentrare sul respiro e sulla rotondità della pedalata.
Raggiunta di nuovo la viabilità asfaltata ci vediamo costretti a seguirla svoltando un poco a destra. Si tratta del resto di strada con traffico alquanto limitato, dunque non fastidioso, anzi apprezziamo l'ondulazione che fa salire i BPM e, attraversato il rio Confine tra i rispettivi territori comunali, il pittoresco tracciato al Clap Tajat (Sasso Tagliato), in piacevole discesa.


L'arteria stradale è carica di storia, originario collegamento stradale tra gli abitati prima della costruzione negli anni '80 della nuova superstrada veloce. Ce ne accorgiamo dalla bellezza delle opere murarie o quelle al passaggio a livello dismesso, vestigia di tempi passati..


Proseguiamo di più buona lena ed in un poco più di una decina di minuti siamo prossimi al bivio con la superstrada. Imbocchiamo piuttosto a sinistra una bianca sterrata che costeggia il rio Maggiore.
L'ascesa ed il fondo sassoso, ben più insidioso, ci costringono a scegliere un rapporto agile e a concentrarci sul giusto equilibrio; per alcuni minuti ci dobbiamo impegnare per bene.


Ci si dirige a destra e si supera il rio mediante l'opera di attraversamento (guado a cordamolla per lo più privo d'acqua durante l'anno).
Saltiamo il "dentino" e a sinistra s'imbocca una breve carrozzabile con scorci d'allevamento d'altri tempi.
Un'erta a sinistra ci porta al GPM (serbatoio idrico a fianco della lunga scalata per Lisagno - che non si affronta!) da cui si scende verso destra non prima di aver dato uno sguardo alla bella vista sulla confluenza dei fiumi Fella e Tagliamento; chi si sente a corto di fiato può evitare l'erta e proseguire in direzione della chiesa di cui si scorge il campanile.
Raggiungiamo Piazza Centa con una secca svolta a destra e proviamo a perderci nel caratteristico tessuto di cortili e stradine di Amaro - che inevitabilmente vorranno farci scendere verso valle.
Non dovremo comunque mancare la fontana e il passaggio (letteralmente!)in mezzo alle superstiti case antiche, attraverso l' androne con cui ci si affaccia in via Roma..


E' questa via l'arteria stradale storica del paese (già via Nazionale), intrisa d'intensi ricordi ..


Prendiamo direzione del ritorno a ovest, verso Tolmezzo, badando però, alla rotonda in uscita al paese, di evitare il tracciato stradale principale e di prendere piuttosto la seconda uscita, verso il campo sportivo, con corsia dedicata alle bici.


Si viaggia verso la nuova Zona Industriale, ancora "a misura d'uomo": è qui che si fronteggiano la tradizione (gli asini di Amaro - gli asini ) e il progresso (il complesso dei capannoni produttivi); così si raggiunge l'ampia rotonda stradale che si percorre in parte per raggiungere i "colossi" Gortani e CoopCa


L'itinerario urbanizzato presto si confonde con l'essenza naturale originaria, tanto che basta un destra-sinistra e dopo il sottopasso su cui si affaccia il distributore di benzina abbiamo già imboccato una sterrata che corre ai piedi del rilevato (super)stradale .. il fondo è terroso, anzi spesso c'è fango, e dobbiamo fare molta attenzione a non scivolare perchè dopo la seguente curva a destra si dovrà affrontare una breve rampa ghiaiosa.


Essa ci accompagna ad un ex-attraversamento ferroviario e al ricongiungimento alla strada ex-nazionale che abbiamo già percorso e che sfruttiamo per rientrare (stavolta per lo più in debole ascesa - ultime fatiche).
Si recupera nel tratto ciclo-pedonale (ora nel finale) ed è già tempo di tirare onestamente le somme: sono pronto (fisicamente e non) per iniziare ad affrontare le vertiginose emozioni che saprà offrirmi la Carnia ??
.. a voi l'ardua sentenza!
A me l'arduo compito di descrivere la prossima tappa di avvicinamento al Progetto.
Certamente che la fatica e l'approccio alla natura hanno già plasmato il primo tassello verso i nostri obiettivi di benessere.
Bene così!

Mandi

Rispettare le elementari regole di sicurezza. Percorso con dislivello e lunghezza contenuti.

La variante al più agevolmente riconoscibile itinerario stradale è descritta in
bikenet


 

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